Saturday, February 28, 2015

Su Fabrizio De André, n.1

Perchè ho trascorso l’anno passato nel folto della musica di Fabrizio De André, vorrei presentarvi un tipo di discorso a puntate su quest’uomo. Inizio con un po’ sulle sue origini e poi una sua canzone.

De André è nato 1940 a Genova. Suo padre era proprietario d’un istituto tecnico presso a Genova. Dopo i bombardimenti di 1941 a Genova la famiglia tranne il padre si è trasferita alla campagna al nord di Genova dove il padre
aveva comprato una cascina. Il padre rimaneva a Genova all’istituto fino al 1944 quando ha dovuto scappare perchè i fascisti l’hanno accusato di nascondere, di coprire, i suoi alunni ebrei.

Nella campagna Fabrizio si godeva una vita molto libera, circondato dalla natura e dalla gente contadina. Quando è tornato a Genova nel dopoguerra, non era facile diventare abituato alla città con le sue strette strade e senza gli animali della cascina, senza il verde della natura. Ma poco a poco ha incontrato nuovi amici e ha scoperto con loro un’altro senso di libertà nelle strade di Genova.

Da ragazzo De André non era uno studente bravo come suo fratello maggiore. Era uno scavezzacollo e un mattachione, era un bambino scatenato a volte. Ma allo stesso tempo era gentile e generoso con i suoi amici sebbene fosse qualche volta un po' riservato.

Ha dimostrato un’interesse ed una capacità per la musica, prima sul violino quando aveva 8 anni e poi sulla chitarra quando aveva 14 anni. Studiava la chitarra classica e dopo un anno ha iniziato un gruppo country-western con un nome inglese - The Crazy Cowboys & The Sheriff One - che suonava canzoni come "Oh Susanna", "My Darling Clementine", ecc. Allo stesso tempo, De André e suo fratello cominciarono ad ascoltare molta musica francese e poi American jazz. De André studiava le canzoni di Georges Brassens e lo stile chitarristica di Jim Hall e fra poco De André è entrato un gruppo jazz che si esibiva attraverso Genoa per quasi due anni.

Il suo interesse nella letteratura comminciò quando ha conosciuto un poeta, amico di suo padre. De André e questo poeta sono diventati amici, De André con un fascino per delle poesie e i libri del poeta. Da quel punto De André leggeva molto e sviluppava un grande interesse nella filosofia, la poesia, la letteratura, la storia, in somma nella vita della mente.

Dopo il liceo, quasi finito di un corso di studio della giurisprudenza all’università, De André ha deciso di seguire il percorso della musica. La musica gli offriva la possibilità di non perdere quel senso di libertà che amava tanto da quando era bambino.

Arriviamo all’anno 1961. Vorrei presentarvi due canzoni che sono tipiche della musica di quell’epocha. La prima canzone è “Romantica” da Tony Dallara.



Come molte canzoni di questo tempo, l’approccio dell’arrangiamento è con orchestra, molto romantico, e il canto è pieno d’emozione con grandi gesti vocali e una discreta bravura della voce. Ecco un’altra canzone così, “Al di là”, vincitore del Festival della Canzone Italiana di Sanremo 1961.



Ricordatevi che era nel bel mezzo della guerra fredda ed anche del miracolo economico che portava molti cambiamenti sociali e culturali, alcuni positivi, alcuni negativi. La meta della musica leggera era di far dimenticare i guai del mondo e le difficoltà quotidiane della gente, o di celebrare il boom ignorarando i dislocazioni sociali.

Finalmente, introduco la prima canzone scritta da Fabrizio De André, "La ballata di Michè", uscita 1961. E’ chiaro che De André non voleva diventare un cantautore tradizionale con questa canzone su un suicidio nel prigione e con il suo approccio vocale con la sua componente emotive raffinata e sottile. C’è un contrasto fra il suono allegro della canzone da un lato e il testo dall’altro lato. E la voce di De André non da un inizio del grave argomento della canzone. il testo è la traduzione



E per effetto extra, due esempi della musica che ispirava De André negli anni Cinquanta:


Georges Brassens, cantautore francese


L'album jazz preferito di De André, con Jim Hall sulla chitarra

Friday, February 27, 2015

Su Fabrizio De André, n. 2

Da ragazzo De André partecipava a molte battaglie grandi sulle strade di Genova contro altre bande di ragazzi. Questi ragazzi avevano dodici o tredici anni. C’erano molte marachelle, molte scazzottate, c’erano combattimenti con l’uso di sassi, di fucili ad aria compressa, anche di razzi sparati che hanno rubato agli americani. E qualche volta usavano contenitori ad alluminio pieni di cacche di piccione – il proiettile perfetto per fare un danno disgustoso ai loro nemici. Queste battaglie accadavano quasi ogni giorno.

De André stesso si è definito un ragazzino incazzato che parlava sporco. Prima di questo periodo De André abitava alla campagna durante la guerra. Quando la guerra è finita, De André fu colpito molto dal ritorno del suo zio Francesco che era catturato dai tedeschi in Albania e poi trascorreva due anni al campo di concentramento a Mannheim. Questo zio non parlava molto delle sue esperienze ma il suo spirito è stato rotto e le poche cose che raccontò ai fratelli De André hanno lasciato delle tracce indelebile nella mente di Fabrizio. Nonostante il fatto che De André era davvero “un ragazzino incazzato” con la capacità di essere aggressivo nella battaglia, dall’età di un giovane adulto era un pacifista dichiarato.


Per tutta la sua carriera di cantautore scriveva canzoni sulla guerra, e oggi vi presento la sua prima di questo tipo – La ballata dell’eroe. La puntata scorsa abbiamo ascoltato La ballata del Michè, il lato A del primo singolo uscito da De André. La ballata dell’eroe è il lato B di questo singolo. L’anno è 1961 quando De André aveva 21 anni e la crisì di Berlino si stava svolgendo. Perciò c’era un senso di pericolosità nell’aria.

Questa canzone è quasi come una foto istantanea. C’è poca trama, poco sviluppo della scenografia e della carattere. Invece De André delinea un ritratto concise poi lo dota di una carica semplice emozionale con una tema antica – quella della gloria ufficiale d’un soldato caduto in giustapposizione al dolore privato di una donna lasciata sola a causa della morte del suo amore.

Ecco la canzone . . .