De André stesso si è definito un ragazzino incazzato che parlava sporco. Prima di questo periodo De André abitava alla campagna durante la guerra. Quando la guerra è finita, De André fu colpito molto dal ritorno del suo zio Francesco che era catturato dai tedeschi in Albania e poi trascorreva due anni al campo di concentramento a Mannheim. Questo zio non parlava molto delle sue esperienze ma il suo spirito è stato rotto e le poche cose che raccontò ai fratelli De André hanno lasciato delle tracce indelebile nella mente di Fabrizio. Nonostante il fatto che De André era davvero “un ragazzino incazzato” con la capacità di essere aggressivo nella battaglia, dall’età di un giovane adulto era un pacifista dichiarato.
Per tutta la sua carriera di cantautore scriveva canzoni sulla guerra, e oggi vi presento la sua prima di questo tipo – La ballata dell’eroe. La puntata scorsa abbiamo ascoltato La ballata del Michè, il lato A del primo singolo uscito da De André. La ballata dell’eroe è il lato B di questo singolo. L’anno è 1961 quando De André aveva 21 anni e la crisì di Berlino si stava svolgendo. Perciò c’era un senso di pericolosità nell’aria.
Questa canzone è quasi come una foto istantanea. C’è poca trama, poco sviluppo della scenografia e della carattere. Invece De André delinea un ritratto concise poi lo dota di una carica semplice emozionale con una tema antica – quella della gloria ufficiale d’un soldato caduto in giustapposizione al dolore privato di una donna lasciata sola a causa della morte del suo amore.
Ecco la canzone . . .
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